#sensomieiviaggi: Mangia, Prega e Ama

il simbolismo dei mie viaggi

Su invito di Monica di Viaggi e Baci, ho deciso di partecipare all’iniziativa da lei ideata: #sensomieiviaggi.

Il tema per l’estate 2014 è stato scelto da Audrey (del blog Borderline) che ha proposto di focalizzare i nostri post sul simbolismo, scegliendo le 3 foto per l’appunto più simboliche dei nostri viaggi.

il simbolismo dei mie viaggi

Devo essere onesta, quando ho letto il tema scelto ho pensato: “ma proprio da questo tema devo iniziare?” e dopo essermi lanciata nel commentare il post di Audrey millantando sicurezza e scrivendo che avrei partecipato volentieri sono caduta in uno stato di profonda confusione, con annesso “blocco dello scrittore”.

Dato che quando viaggio mi piace sperimentare la cucina locale ho pensato che avrei potuto scegliere 3 foto dei piatti tipici sperimentati ma non volevo che il mio post finisse per essere una sorta di menù turistico. Poi ho pensato che avrei voluto inserire almeno una foto dei monaci buddisti incontrati in Laos e Vietnam dato che per me quelle foto hanno davvero una forte valenza simbolica ma, certo, non sarei stata in grado di fare un decalogo delle religioni dei paesi visitati, su cui non ero minimamente preparata. Infine ho pensato che avrei dovuto inserire almeno una foto di un viaggio fatto con mio figlio e cercare di trasmettere il senso di amore pieno che adesso pervade la mia vita.

Ed ecco lì l’aiutino era proprio sotto i miei occhi, il mio personale deus ex machina: Mangia, Prega e Ama, il libro della scrittrice statunitense Elizabeth Gilbert. Un romanzo autobiografico che narra la ricerca della felicità di una donna in viaggio nel mondo.

MANGIA

Penso ad un viaggio di sole “donne all’avventura“: io e mia madre a Marrakech. Ricordo la nostra voglia di scoprire e curiosare, di sperimentare il lusso di atteggiarci a viaggiatrici indipendenti e ricordo anche come nel giro di pochi minuti siamo state abbindolate da un ragazzo marocchino che (guarda caso!) studiava italiano e desiderava mostrarci Marrakech. Ripenso a mia madre che era entusiasta del fatto che una persona autoctona ci mostrasse il suo mondo e mi ritornano in mente tutti i negozietti dove ci portava e in cui veniva sempre ricompensato con una piccola mancia.

Penso anche al nostro desiderio di assaggiare il cous cous alla marocchina, mi raffiguro il ristorantino dove lo abbiamo finalmente degustato, proprio accanto a Piazza Jamaa el Fna e infine rammento la nottata in bianco passata a digerire il piatto prelibato ma decisamente difficile da smaltire.

=Cuscus Marrakech

Ecco l’immagine di questo cous-cous mi fa pensare a tutto questo e ad altro: alla nostra avventura da novelle Robinson Crusoe, alle nostre difficoltà, alle meraviglie del Marocco e alla bellezza di ritrovarsi in viaggio solo io e mia madre.

PREGA

Come ho anticipato non potevo non mettere una foto dei monaci buddisti incontrati in Laos e Vietnam.

Siem Reap_Monaco

Vederli dal vivo e poter parlare con loro è stata per me davvero un’esperienza mistica che ricorderò per tutta la vita.

Prima di incontrarli me li prefiguravo come delle figure eteree, appartenenti ad un mondo troppo distante dal mio. Non riuscivo a capire la loro scelta nè tantomeno credevo fosse possibile chiacchierare con loro del più e del meno.

Ed invece dopo il mio viaggio ho realizzato che è vero che vivono in abitazioni spartane e alcuni di loro scelgono di praticare la vita monacale solo per apprendere il rigore e il rispetto ma è anche vero che amano parlare con i turisti per praticare inglese e che adorano acquistare oggetti tecnologici (li ho visti in fila ad un baracchino per comprare una chiavetta USB!).

Ho anche letto che i monaci non maneggiano i soldimangiano solo ciò che i fedeli offrono loro: ho assistito personalmente alla cerimonia che si tiene ogni mattina alle 4 (sic!) in cui i fedeli si raccolgono per donare loro del cibo ed i monaci ringraziano intonando una musica. Tra le offerte sapete cosa ricorreva maggiormente? caramelle gommose!

Questi contrasti innocenti mi hanno reso la figura del monaco più familiare. Vederli dal vivo mi ha permesso di apprezzare la serenità che trasmettono e lo stato di equilibrio in cui vivono ma ciò che me li ha fatti amare è stato il loro lato più umano e terreno.

AMA

Padova (30)

Questa foto risale a 2 giorni fa ed è stata scattata nella splendida Padova dove sono stata con Sir G. e Baby P.

Nella “sezione” Ama non potevo non scegliere una foto legata ai viaggi con mio figlio. 

A Padova ho avuto la fortuna di incontrare Cristina di Crinviaggio: è stato bello incontrare una blogger così talentuosa (che tra l’altro avevo anche nominato in un mio vecchio Top of the post) dal vivo ma quello che mi ha emozionato più di tutto è stato vedere il suo piccolo viaggiatore e il mio piccolo principe camminare mano nella mano.

Ne “la città del caffè senza porte, del prato senza erba e del santi senza nome” ho visto finalmente mio figlio iniziare ad apprezzare le meraviglie di un luogo nuovo, l’ho visto sorridere mentre osservava un nuovo mondo e persino assaporare nuovi sapori.

Prima di questa tappa non avevo idea di quanto un viaggio possa essere ancora più entusiasmante quando chi accumula esperienze e si arricchisce non sei solo tu ma anche tuo figlio: l’idea di aprire la mente a Baby P. e renderlo cosmopolita grazie ai nostri viaggetti mi fa sentire una madre migliore.

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Lucrezina
Written by Lucrezina
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