Di brevi tragitti in treno e di una mamma pendolare

Treno - Capalbio Scalo

Una mia collega osservandomi scappare trafelata dall’ufficio per andare a prendere il treno da brava mamma pendolare mi ha detto: “perché non ci scrivi un post?

Ed io mi sono fermata a pensare: ho passato in rassegna la giungla di personaggi incontrati e degli episodi a cui ho assistito e ho risposto: “Bella idea!

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Ed allora eccomi a raccontarvi questa piccola parte della mia vita che potremo chiamare “prendere il treno”.

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Per assicurare al mio Baby P. 1 mese pieno di mare abbiamo infatti affittato ombrellone e lettini in Maremma dove ho casa. Per fortuna Capalbio Scalo (dove appunto ho casa) è perfettamente collegata e prendendo il treno dalla piazza centrale in 2 orette scarse mi ritrovo alla stazione di Termini, vicino a dove si trova il mio ufficio. Questa organizzazione efficiente mi ha permesso con facilità di vedere mio figlio la sera e riprendere il treno giorno dopo “fresca come una rosa” per andare a lavoro.

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Durante questo breve e intenso mese ho avuto modo di osservare panorami, viaggiatori pendolari e turisti con la stessa curiosità di un bambino.

Ho incontrato famiglie numerosissime rigorosamente straniere in viaggio verso nuovi lidi, collaboratrici domestiche che si riconoscevano e sfruttavano l’occasione del tragitto in treno per scambiare due chiacchiere, studenti che rientravano dalle famiglie e già pregustavano i piatti che avrebbe preparato la loro madre (evidentemente dopo giorni di penuria alimentare), lavoratori in giacca e cravatta intenti a rivedere le ultime modifiche e “acrobati” capaci di addormentarsi nelle posizioni più inaudite.

Una volta sono stata coinvolta in un tentativo di “sommossa” per l’ennesimo ritardo del treno: mi sono lanciata come fossi una frequentatrice assidua del treno, insomma una pendolare non stagionale ma full time. Presa dall’entusiasmo e dal patriottismo ho dichiarato che “ne avevo abbastanza di questo ennesimo disservizio”: ci è mancato poco che il pubblico scoppiasse in un applauso fragoroso.

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Un giorno, al mio arrivo a Capalbio, ho trovato una pioggia scrosciante ad attendermi: ho condiviso il mio ombrello con un’altra viaggiatrice. Nel contempo un signore è sceso dal treno senza ombrello, ha fatto alcuni passi sotto le gocce impregnandosi completamente sotto l’acqua poi si è rivolto a noi e ci ha urlato “Ma dove siamo?” Ora la stazione è piccola e c’erano ben 3 cartelli che indicavano la località, oltretutto era stata anche annunciata dall’altoparlante e non credo ci potesse essere alcun dubbio: ad ogni modo abbiamo risposto in coro “Capalbio” e lui si è limitato ad un “Ah!” ed è risalito sul treno inzuppato. Categoria di viaggiatore: decisamente distratto!

Un’altra volta ho assistito al “classico” episodio di controllore che trova un passeggero senza biglietto (pensavo non succedesse più..ignara!) e la signora invece che scusarsi ha risposto “Tanto lei passa di rado!” senza colpo ferire.

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In alcuni punti il treno si riempiva talmente tanto che alcuni erano costretti a stare in piedi: ho visto gente cedere il posto ad anziani ma anche ignavi voltarsi dall’altra parte e fingere di essere appisolati senza alcun ritegno.

Ho creato questa piccola parentesi nella mia vita: per un breve periodo ho avuto un mondo tutto mio in cui mi ritrovavo da sola ad osservare la vita scorrere, in cui mi integravo con una categoria di viaggiatori nuova, in cui fermavo il tempo per un po’ e mi ritrovavo catapultata in una nuova dimensione.

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È stata solo una piccola fase e forse mi mancherà quel momento solo mio.

E voi? Avete mai fatto le mamme pendolari? Avete odiato o amato quei momenti? Avete assistito a qualche episodio divertente o singolare?

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Lucrezina
Written by Lucrezina
blogger. travelaholic. web tourism passionate. hopeless dreamer. mum of a baby boy and a brand new baby girl