Muse di Trento: la scienza che piace ai bambini
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Il 21 ottobre 2015 si è svolta una serata emozionante al Muse, il Museo delle Scienze di Trento: l’occasione è nata dalla ricorrenza della storica data del 21 Ottobre intorno alla quale si sviluppa il film “Ritorno al Futuro” (Parte II) di Robert Zemeckis con protagonista Michael J. Fox. Nel corso di questo “mitico” film degli anni Ottanta il protagonista si trova catapultato nel futuro (nel giorno, appunto, del 21 Ottobre 2015) circondato da una serie di invenzioni e di oggetti particolarmente avveniristici (dallo skateboard senza ruote alle scarpe che si allacciano da sole).
Il Muse ha, quindi, colto l’occasione per organizzare un evento che ripercorresse le “predizioni” del film offrendo focus sul film, soddisfacendo curiosità, effettuando esperimenti scientifici e fornendo spiegazioni in termini fisici e matematici dei paradossi dei film.
Non ho partecipato (purtroppo) alla serata ma ho trovato che l’idea fosse davvero interessante nonché divertente: devo ammettere, però, che non mi ha sorpreso che questa manifestazione si tenesse proprio al Muse, un museo unanimemente riconosciuto per la sua attività di divulgazione scientifica, il primo in Italia a riunire natura, scienza e tecnologia. Un museo all’avanguardia, con una struttura innovativa che porta la firma illustre di Renzo Piano.
Ho avuto la fortuna di visitare il Muse a Settembre: eravamo di ritorno dalla nostra vacanza in Alto Adige e, rientrando a Roma, abbiamo deciso di fermarci a Trento per far scoprire a Baby P. il mondo segreto, incantato e (ovviamente) scientifico del Muse.
Muse di Trento con bambini – l’edificio
Il Muse, frutto di 10 anni di lavoro, si trova nel nuovo eco-quartiere di Trento “Le Albere”, progettato anch’esso da Renzo Piano e sorto dalle ceneri dell’ex area industriale Michelin. Il noto architetto ha adattato la sagoma dell’edificio allo “skyline” delle montagne circostanti.
Realizzato secondo criteri di eco-compatibilità, il nuovo museo si estende per 12.000 metri quadrati su 7 livelli. Il principio base dell’allestimento è quello di non creare barriere o pesantezze: tutto è disposto in modo tale da rendere la visita del museo fluida e ogni parte espositiva (dai monitor, alla documentazione fino ai reperti) è sospesa con dei cavi al soffitto e dunque sollevata dal pavimento.
Muse di Trento con bambini – Il percorso espositivo
Il percorso espositivo parte dalla terrazza, e dunque dall’ultimo piano per scendere fino al piano interrato: un iter, che come indicato nel sito ufficiale, parte dal ghiacciaio e si conclude nella foresta.
Diligentemente noi siamo quindi partiti dalla terrazza, incantandoci di fronte al panorama di montagna e inebriandoci dei profumi della Valle dell’Adige, abbiamo, quindi, proseguito al quarto piano, quello delle Alte Vette, vivendo la sensazione di vertigine d’alta quota grazie al tunnel multivisione “Esperienza glaciale”. Al piano successivo della Natura alpina, il terzo, Baby P. non voleva più andare via, rapito dagli animali che incontrava lungo la passeggiata di montagna fra 26 diversi ambienti naturali e due acquari. Il secondo piano, quello della Geologia delle Dolomiti ha, invece, conquistato Sir G., affascinato dalla evoluzione degli ambienti geologici passati e presenti. Dopo una visita della Time Machine del primo piano, e un breve viaggio alla scoperta dei nostri antenati preistorici siamo quindi arrivati al piano preferito da Baby P., il piano terra.
Al piano terra è, infatti, presente lo spazio dedicato ai bimbi fra 0 e 5 anni, il Maxi OOh!: un’area in cui si sprona i piccoli visitatori a curiosare, provare, sperimentare, immaginare e persino annusare. Ogni sfera è dedicata ad un senso diverso e tra le immagini che si formano con il suono, le luci cangianti e le forme nuove non si può far altro che restare a bocca aperta, sognare, credere e stupirsi. Nei 200 metri quadrati del Maxi OOh! sono ammessi solo bimbi con 1 solo accompagnatore…ai genitori non restare che fare “morra cinese” per capire chi sarà il fortunato ad entrare con il piccolo (se avete 2 figli…è fatta!) 😉
Sempre al piano terra si trova lo Science Center, dove grazie a diverse postazioni interattive si potranno sperimentare concetti di fisica divertendosi!
A concludere l’iter, nel piano interrato, i “Ricordi di tutta una vita” attraverso l’esposizione di resti fossili fino agli scheletri dei dinosauri: i piccoli visitatori non potranno che restarne ammaliati. Come ciliegina sulla torta, infine, la serra tropicale con i suoi 600 metri quadrati che ricreano la foresta pluviale dei Monti Udzungwa (Tanzania).
Per garantire la “attendibilità scientifica” della struttura e avvicinare ancora di più lo “spettatore” al mondo della scienza, sono, inoltre, presenti stabilmente 40 scienziati che lavorano “a vista” nei loro laboratori. Un modo inusuale ma sicuramente interessante di far interagire profani e scienza e trovare un modo diverso di comunicazione.
La visita, come credo si sia dedotto dalla mia descrizione, è stata davvero suggestiva ed emozionante: decidere di fare sosta al Muse, nel nostro viaggio di ritorno, è stata una scelta che ci ha arricchito e soddisfatto. Onestamente posso però ammettervi che, a parte chiaramente lo spazio del Maxi OOh, Baby P. non ha potuto apprezzare fino in fondo il valore e il nuovo modo di comunicare del Muse: credo che l’età adatta dei bambini per visitare questo gioiello sia a partire da almeno 6/7 anni. Sono comunque contenta di avercelo portato ed adesso non resta altro che aspettare che qualche anno e tornarci 😉
Muse di Trento con bambini – Informazioni Utili
Nel link ufficiale trovate tutte le informazioni utili: http://www.muse.it
Biglietti: vi consiglio di comprarli online per evitare le file.
Maxi OOh!: nel momento di acquisto del biglietto bisogna precisare che si intende visitare il Maxi OOh dato che l’area ha un costo a parte ed è visitabile a fasce orarie.
Visita: noi siamo stati solo un lungo pomeriggio ma la visita richiede molto tempo per apprezzarla a pieno, se avete la possibilità vi suggerisco di dedicare un’intera giornata.
[:en]Il 21 ottobre 2015 si è svolta una serata emozionante al Muse, il Museo delle Scienze di Trento: l’occasione è nata dalla ricorrenza della storica data del 21 Ottobre intorno alla quale si sviluppa il film “Ritorno al Futuro” (Parte II) di Robert Zemeckis con protagonista Michael J. Fox. Nel corso di questo “mitico” film degli anni Ottanta il protagonista si trova catapultato nel futuro (nel giorno, appunto, del 21 Ottobre 2015) circondato da una serie di invenzioni e di oggetti particolarmente avveniristici (dallo skateboard senza ruote alle scarpe che si allacciano da sole).
Il Muse ha, quindi, colto l’occasione per organizzare un evento che ripercorresse le “predizioni” del film offrendo focus sul film, soddisfacendo curiosità, effettuando esperimenti scientifici e fornendo spiegazioni in termini fisici e matematici dei paradossi dei film.
Non ho partecipato (purtroppo) alla serata ma ho trovato che l’idea fosse davvero interessante nonché divertente: devo ammettere, però, che non mi ha sorpreso che questa manifestazione si tenesse proprio al Muse, un museo unanimemente riconosciuto per la sua attività di divulgazione scientifica, il primo in Italia a riunire natura, scienza e tecnologia. Un museo all’avanguardia, con una struttura innovativa che porta la firma illustre di Renzo Piano.
Ho avuto la fortuna di visitare il Muse a Settembre: eravamo di ritorno dalla nostra vacanza in Alto Adige e, rientrando a Roma, abbiamo deciso di fermarci a Trento per far scoprire a Baby P. il mondo segreto, incantato e (ovviamente) scientifico del Muse.
Muse di Trento con bambini – l’edificio
Il Muse, frutto di 10 anni di lavoro, si trova nel nuovo eco-quartiere di Trento “Le Albere”, progettato anch’esso da Renzo Piano e sorto dalle ceneri dell’ex area industriale Michelin. Il noto architetto ha adattato la sagoma dell’edificio allo “skyline” delle montagne circostanti.
Realizzato secondo criteri di eco-compatibilità, il nuovo museo si estende per 12.000 metri quadrati su 7 livelli. Il principio base dell’allestimento è quello di non creare barriere o pesantezze: tutto è disposto in modo tale da rendere la visita del museo fluida e ogni parte espositiva (dai monitor, alla documentazione fino ai reperti) è sospesa con dei cavi al soffitto e dunque sollevata dal pavimento.
Muse di Trento con bambini – Il percorso espositivo
Il percorso espositivo parte dalla terrazza, e dunque dall’ultimo piano per scendere fino al piano interrato: un iter, che come indicato nel sito ufficiale, parte dal ghiacciaio e si conclude nella foresta.
Diligentemente noi siamo quindi partiti dalla terrazza, incantandoci di fronte al panorama di montagna e inebriandoci dei profumi della Valle dell’Adige, abbiamo, quindi, proseguito al quarto piano, quello delle Alte Vette, vivendo la sensazione di vertigine d’alta quota grazie al tunnel multivisione “Esperienza glaciale”. Al piano successivo della Natura alpina, il terzo, Baby P. non voleva più andare via, rapito dagli animali che incontrava lungo la passeggiata di montagna fra 26 diversi ambienti naturali e due acquari. Il secondo piano, quello della Geologia delle Dolomiti ha, invece, conquistato Sir G., affascinato dalla evoluzione degli ambienti geologici passati e presenti. Dopo una visita della Time Machine del primo piano, e un breve viaggio alla scoperta dei nostri antenati preistorici siamo quindi arrivati al piano preferito da Baby P., il piano terra.
Al piano terra è, infatti, presente lo spazio dedicato ai bimbi fra 0 e 5 anni, il Maxi OOh!: un’area in cui si sprona i piccoli visitatori a curiosare, provare, sperimentare, immaginare e persino annusare. Ogni sfera è dedicata ad un senso diverso e tra le immagini che si formano con il suono, le luci cangianti e le forme nuove non si può far altro che restare a bocca aperta, sognare, credere e stupirsi. Nei 200 metri quadrati del Maxi OOh! sono ammessi solo bimbi con 1 solo accompagnatore…ai genitori non restare che fare “morra cinese” per capire chi sarà il fortunato ad entrare con il piccolo (se avete 2 figli…è fatta!) 😉
Sempre al piano terra si trova lo Science Center, dove grazie a diverse postazioni interattive si potranno sperimentare concetti di fisica divertendosi!
A concludere l’iter, nel piano interrato, i “Ricordi di tutta una vita” attraverso l’esposizione di resti fossili fino agli scheletri dei dinosauri: i piccoli visitatori non potranno che restarne ammaliati. Come ciliegina sulla torta, infine, la serra tropicale con i suoi 600 metri quadrati che ricreano la foresta pluviale dei Monti Udzungwa (Tanzania).
Per garantire la “attendibilità scientifica” della struttura e avvicinare ancora di più lo “spettatore” al mondo della scienza, sono, inoltre, presenti stabilmente 40 scienziati che lavorano “a vista” nei loro laboratori. Un modo inusuale ma sicuramente interessante di far interagire profani e scienza e trovare un modo diverso di comunicazione.
La visita, come credo si sia dedotto dalla mia descrizione, è stata davvero suggestiva ed emozionante: decidere di fare sosta al Muse, nel nostro viaggio di ritorno, è stata una scelta che ci ha arricchito e soddisfatto. Onestamente posso però ammettervi che, a parte chiaramente lo spazio del Maxi OOh, Baby P. non ha potuto apprezzare fino in fondo il valore e il nuovo modo di comunicare del Muse: credo che l’età adatta dei bambini per visitare questo gioiello sia a partire da almeno 6/7 anni. Sono comunque contenta di avercelo portato ed adesso non resta altro che aspettare che qualche anno e tornarci 😉
Muse di Trento con bambini – Informazioni Utili
Nel link ufficiale trovate tutte le informazioni utili: http://www.muse.it
Biglietti: vi consiglio di comprarli online per evitare le file.
Maxi OOh!: nel momento di acquisto del biglietto bisogna precisare che si intende visitare il Maxi OOh dato che l’area ha un costo a parte ed è visitabile a fasce orarie.
Visita: noi siamo stati solo un lungo pomeriggio ma la visita richiede molto tempo per apprezzarla a pieno, se avete la possibilità vi suggerisco di dedicare un’intera giornata.
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Fantastico, grazie per i tip, Lucrezia 😉 . I miei vorranno senz’altro visitarlo ! Intanto per il ponte dell’Immacolata saremo a Monaco al Deutsches Museum … come vedi sempre in tema insomma !!!
si per i tuoi figli il Muse sarebbe perfetto!!! che bello che andate a Monaco? poi mi racconterai com’è andata, anzi se vuoi lo scrivi per il mio blog 😉
Bello! Interessante! I musei possono essere luogo di meraviglia e curiosità per i bambini e aiutarli nella crescita.
si ne sono consapevole…certo se un museo e’ concepito in questo modo il processo e’ decisamente piu’ facile! Ho dato una sbirciata al tuo blog e me ne sono innamorata, gia’ mi sono iscritta alla newsletter per seguirti 😉
Il Muse è uno di quei Musei con la M maiuscola che tutti i musei d’Italia dovrebbero prendere da esempio. Non solo per come è organizzato ma per tutti gli eventi che vengono organizzati durante l’anno. Una delle bellissime attività che organizzano sono le notti al museo con i bambini, ma non solo, conferenze sempre con personaggi interessanti, noi siamo andati da poco a sentire Paolo Attivissimo, cacciatore di bufale. Insomma… sono proprio contenta di abitarci vicino perché posso andarci spesso…
ed io ti invidio che ci abiti vicino 🙂 Sono stata al museo con mio figlio e per quanto ci siano attività per i più piccoli credo non se lo sia goduto al massimo, mi piacerebbe tornarci ora che è più grande per farglielo apprezzare al meglio e magari fargli passare proprio una notte al museo 😉